06-03-2023

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Medicina

Come ci si accorge di soffrire di osteoporosi?

Marco Marasco


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L’osteoporosi è una patologia scheletrica che comporta una riduzione della resistenza ossea e, dunque, espone ad aumentato rischio di frattura. Si stima che in Italia ne siano affette 5.000.000 di persone, con una netta prevalenza del sesso femminile.
Può essere classificata in primaria e secondaria. Le forme primarie originano direttamente da alterazioni del metabolismo osseo, le forme secondarie sono sostenute da farmaci o malattie preesistenti.
 

Cause e fattori di rischio

L’osso è un tessuto in continuo rinnovamento e, sebbene tale processo sia molto lento, c’è un costante sovrapporsi dei fenomeni di riassorbimento di "osso vecchio" e di deposizione di "osso nuovo". Lo sviluppo predomina fino ai 20-25 anni, portando al cosiddetto "picco di massa ossea", dopodiché si instaura un equilibrio tra formazione e distruzione del tessuto. Quando il processo di riassorbimento predomina su quello di neo-deposizione, l’osso tende ad indebolirsi. 
Ciò si manifesta, soprattutto, per l’insorgere di cambiamenti ormonali, anche fisiologici, come dopo la menopausa, che si associa ad una ridotta produzione di estrogeni, e per motivi affini nell’uomo per riduzione dei livelli di testosterone con l’avanzare dell’età. 

Tutti siamo, dunque, predisposti a sviluppare osteoporosi ma non sempre ciò si verifica perché esiste una variabilità del picco di massa ossea raggiunta (in parte determinato su base genetica) e perché uno stile di vita sano può giocare un ruolo protettivo.

Una riduzione della produzione/attività di estrogeni ed androgeni, oltre che per motivi legati al fisiologico invecchiamento, si può verificare anche per la presenza di altre cause, come la terapia anti-androgenica negli uomini con tumore alla prostata, o anti-estrogenica nelle donne con tumore alla mammella.
Altre cause favorenti sono:
  • la familiarità
  • l’immobilità
  • il fumo di sigaretta
  • l’abuso di sostanze alcoliche
  • la magrezza patologica
  • l’ipertiroidismo
  • l’iperparatiroidismo
  • l’insufficienza renale
  • le epatopatie
  • l’artrite reumatoide
  • il morbo di Crohn
  • la celiachia
  • le terapie prolungate con cortisonici
 
Come ci si accorge di soffrire di osteoporosi?

L’osteoporosi è, di per sé, asintomatica; non è, infatti, possibile accorgersi di esserne affetti a meno che non intervenga una sua complicanza ovvero una frattura.
Le fratture da osteoporosi possono manifestarsi anche spontaneamente o per traumi minimi ed interessano prevalentemente le ossa sottoposte a maggior carico cioè le vertebre, il femore, le ossa del polso. In presenza di frattura insorge dolore, si possono avere alterazione posturali e, in casi di notevole coinvolgimento vertebrale, riduzione dell’altezza.
 

Diagnosi

L’inquadramento diagnostico prevede una valutazione dei fattori di rischio ed una visita medica. Sulla base dei dati raccolti si ricorre, inoltre, ad esami di primo livello quali:
  • emocromo
  • VES
  • protidogramma
  • calcio
  • fosforo
  • vitamina D
  • fosfatasi alcalina
  • creatinina
  • azotemia
  • calciuria nelle 24 ore
  • densitometria ossea o mineralometria ossea computerizzata (MOC)
Quest’ultimo esame permette di stimare il grado di mineralizzazione ossea principalmente attraverso un parametro denominato T-score. Un valore del T-score inferiore a -2.5 DS viene unanimemente accettato per porre diagnosi di osteoporosi.
Esiste anche una condizione intermedia tra la normalità e la patologia franca denominata osteopenia. Sulla base delle informazioni ottenute dagli esami di primo livello si può ricorrere ad ulteriori analisi per identificare forme secondarie di osteoporosi ed, eventualmente, anche ad esami strumentali, come la morfometria vertebrale, volti alla ricerca di fratture. 
 
 
Trattamento

La prevenzione svolge un ruolo essenziale. È fondamentale avere uno stile di vita attivo, praticando regolarmente attività fisica, e garantire al proprio organismo adeguati livelli di calcio, attraverso una corretta alimentazione, e di Vitamina D (rilevante anche l’esposizione solare).
Questi tre fattori rappresentano, infatti, le basi non solo della prevenzione ma anche del trattamento dell’osteoporosi, in presenza della quale si può rendere necessario l’impiego di farmaci specifici (come bifosfonati, denosumab, teriparatide) che, intervenendo sul turnover osseo, aiutano a rinforzare l’architettura scheletrica.
I farmaci a disposizione sono in grado di arrestare o rallentare l’evoluzione della malattia e, in alcuni casi, di ottenere dei recuperi parziali ma non consentono un pieno ritorno alla normalità; per tale motivo la prevenzione svolge un ruolo cruciale.
 
 
Dott. Marco Marasco
Specialista in Endocrinologia e Malattie Metaboliche
U.S.I. Piazza Bologna - Via G. Squarcialupo, 17/b
U.S.I. Eur Laurentina - Via V. Cerulli, 2/b