04-04-2024
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Medicina
Infezioni respiratorie
Giovanni Puglisi
Le infezioni respiratorie, nonostante il loro trattamento costituisca uno dei grandi successi della Medicina moderna, rappresentano tuttora un grave problema sanitario.
Tra le cause di quanto affermato giova citare:
- un vasto e non attento uso degli antibiotici, che ha portato ad un aumento del fenomeno della resistenza batterica e alla selezione di microrganismi un tempo di rara osservazione;
- la elevata frequenza di soggetti con alterazioni dei meccanismi di difesa;
- la comparsa di nuovi agenti patogeni infettivi (“patogeni emergenti”).
Meccanismo infettivo
La posizione anatomica del tratto respiratorio spiega perché su di esso agiscano continuamente i più diversi fattori aggressivi, contro i quali, fortunatamente, esiste un sofisticato meccanismo di difese naturali tra loro integrate.
Tuttavia, se l’aggressione si fa particolarmente violenta e/o se le nostre difese non sono capaci di attivarsi rapidamente o sono insufficienti per contrastare l’offesa, ecco aprirsi la porta agli agenti infettivi. I segni della battaglia perduta si manifesteranno con quadri patologici diversi a seconda dell’agente infettivo responsabile, della sede dove è avvenuto il conflitto e delle particolari condizioni in cui ci trovavamo al momento della sconfitta.
Nel considerare la frequenza, la distribuzione e le cause delle infezioni respiratorie i fattori di rischio legati all’ambiente sono rappresentati dall’inquinamento aereo, dall’esposizione professionale a broncoirritanti, dal fumo di tabacco attivo e passivo, dalle epidemie influenzali e dall’aumento di virulenza dei microrganismi patogeni mentre i fattori di rischio legati al soggetto sono: i suoi meccanismi di difesa, la familiarità per malattie respiratorie, la presenza di malattie respiratorie acute avute nell’infanzia.
Oltre agli aeroinquinanti dell’ambiente esterno (ossidi di zolfo, ossidi di azoto, ozono, monossido di carbonio, piombo, vari idrocarburi) e dell’ambiente confinato (particelle respirabili derivate dal fumo di tabacco, ossidi di azoto, anidride carbonica, materiali biologici, aldeide formica, ecc.), vi è da sottolineare l’importanza delle stagioni, dell’umidità e della temperatura.
Sono questi i fattori che determinano variazioni nella prevalenza delle infezioni respiratorie, sia perché comportano un aumento delle sindromi da “raffreddamento” dell’organismo sia perché creano condizioni che potenziano l’azione degli inquinanti presenti nell’atmosfera.
Gli organismi patogeni direttamente responsabili delle infezioni respiratorie sono virus e batteri: i primi prevalgono nei bambini senza dimenticare che possono aprire sovente “la porta” a microrganismi batterici; i secondi sono responsabili della maggior parte delle riacutizzazioni delle infezioni bronchiali croniche. E’ sempre bene, tuttavia, non assumere come regola assoluta classificazioni di questo genere ma valutare attentamente volta per volta il singolo caso.
Bronchiti acute, polmoniti, riacutizzazioni di bronchiti croniche costituiscono le più importanti forme cliniche delle infezioni respiratorie.
Il grado di gravità delle infezioni respiratorie (in particolare delle polmoniti) è ovviamente variabile: esistono forme cliniche contratte a domicilio (dette anche polmoniti contratte in comunità), quelle contratte in ambiente ospedaliero (in genere molto serie: es., quelle che colpiscono soggetti sottoposti di recente a particolari interventi chirurgici), le polmoniti dell’adulto, le polmoniti del soggetto adulto e del paziente anziano affetti da patologie concomitanti, le polmoniti dei soggetti con difese immunitarie compromesse (es. pazienti sottoposti a chemioterapia), ecc.
Il trattamento terapeutico
Conseguentemente alla presentazione del caso clinico verrà adattato il trattamento terapeutico.A questo proposito, quale la strategia terapeutica? Come è stato accennato vi è una notevole distribuzione delle frequenze degli agenti patogeni responsabili delle infezioni respiratorie in relazione all’acquisizione domiciliare od ospedaliera dell’infezione, all’età del paziente ed al suo stato immunitario (o stato delle difese).
La varietà di agenti responsabili pone il medico di fronte ad una serie di problemi.
Ad esempio: il paziente è certamente affetto da una infezione respiratoria ad origine batterica, come risulta evidente dall’insieme dei dati clinici e radiologici, ma non si riesce ad isolare l’agente responsabile. Questa è una condizione molto più frequente di quanto si creda: l’accertamento batteriologico sull’espettorato può non essere possibile perché il paziente non espettora, non intende sottoporsi a metodiche invasive o fastidiose o presenta condizioni generali tali da non consentire l’esame. In casi come questo sarà di notevole importanza l’atteggiamento pratico del medico, che utilizzerà una terapia antibiotica in base alle sue conoscenze cliniche ed epidemiologiche; praticherà cioè una terapia detta empirica (basata appunto sull’esperienza).
Nel caso, invece, sia possibile isolare il microrganismo patogeno responsabile e determinare l’antibiogramma (e quindi la sensibilità del germe all’antibiotico), sarà più semplice impostare un trattamento terapeutico e la rosa degli antibiotici tra i quali effettuare la scelta in genere si restringerà.
Giovanni Puglisi
Primario Emerito
Azienda Ospedaliera S.Camillo - Forlanini
Pneumologo
U.S.I. Piazza Vittorio - Via Machiavelli, 22
U.S.I. Lido di Ostia (Villa del Lido) - Viale del Lido, 3