03-02-2022
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Pandemia da Covid-19: traumi, fattori di rischio psicopatologico, fattori di resilienza e strategie di intervento
La Pandemia da Covid-19 ha rappresentato e ancora rappresenta un’esperienza traumatica globale e collettiva che ha posto ciascun individuo a rischio di sviluppare reazioni patologiche. I lutti improvvisi, la preoccupazione per i propri cari, l’apprensione per la crisi economica, la separazione sociale, sono fattori di rischio psicopatologico, che potrebbero determinare, se sottovalutati, una riduzione del funzionamento psicosociale e una crescente probabilità di sviluppare differenti disturbi e comportamenti disfunzionali di varia natura.
La psicoterapia si è dimostrata al riguardo particolarmente efficace nel favorire il processo di elaborazione ed individuazione di strategie di coping, funzionali ad affrontare le complicanze emotive dell’evento pandemico.
Pandemia da Covid-19: fattori di rischio psicopatologico
Da ormai quasi due anni stiamo affrontando una emergenza sanitaria, economica e sociale estremamente complessa, conseguente alla diffusione pandemica del virus Sars-Cov-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2) e della malattia (Covid-19 Corona Virus Disease 19) di cui è agente eziologico.
Gli studi effettuati sulle epidemie degli ultimi decenni, come Sars, Mers e influenza H1N1 hanno messo in evidenza le possibili implicazioni psicopatologiche legate a eventi inaspettati e massivi, che mettono a rischio la salute e la incolumità degli individui e minano la stabilità delle comunità.
Molti vissuti si legano a tali tipi di eventi, quali:
- l’improvvisa minaccia alla propria vita e a quella dei propri cari
- la perdita di speranza e di prospettive future
- il senso d’impotenza e il sentimento di cambiamento irreversibile della nostra vita
Si tratta, a tutti gli effetti, di manifestazioni psicopatologiche tipiche che fanno seguito a un evento traumatico esterno.
Nel caso della pandemia da Covid-19, ne consegue come il panico e lo stress legati alle conseguenze pandemiche, possano essere più diffusi ed ugualmente devastanti del virus stesso.
Come emerso da numerose ricerche nei mesi successivi alla pandemia si è avuto un aumento del disagio psichico generale, con l’emergere di sintomi d’ansia e lo slatentizzarsi di condizioni depressive.
Diversi i fattori di rischio quali la residenza nelle zone interessate colpite dalla pandemia, il sesso femminile, l’isolamento, le difficoltà economiche, i lutti, un ambiente familiare violento, la giovane età.
Interazione tra Trauma e Vulnerabilità individuale
La parola Trauma identifica un evento negativo che si caratterizza per imprevedibilità e intensità.
Il trauma psichico ha come conseguenza emozioni negative, smarrimento, confusione, che possono accompagnarsi con una serie di sintomi comportamentali e con una compromissione del funzionamento, tali da configurare quadri psicopatologici specifici. Tali quadri appaiono accomunati dall’essere connessi a un evento ben definito e per questo motivo riuniti nella categoria Disturbi correlati al trauma e allo stress.
Ne consegue che chi è sottoposto all’evento traumatico può sviluppare un ampio spettro di disturbi tra i quali il più peculiare è il disturbo da stress post-traumatico.
Caratteristiche di tale disturbo sono:
- sintomi intrusivi (ricordi involontari dell’evento, sogni o flashback)
- reazioni d’ intensa sofferenza accompagnate da manifestazioni somatiche neurovegetative in seguito all’esposizione a stimoli che possono ricordare anche indirettamente l’esperienza traumatica
- ruminazioni
- evitamento di stimoli legati all’evento
- distorsione dei pensieri legati alle cause e alle conseguenze dell’ evento
- visione negativa e colpevolizzante di se stessi
- aspettative negative e sfiducia verso il mondo esterno
- alterazioni negative dell’umore
- ottundimento affettivo
- sintomi di derealizzazione/ depersonalizzazione
- Hyper-arousal ovvero incremento patologico della vigilanza, con risposte di allarme eccessive anche per stimoli di poco conto
- difficoltà di sonno e concentrazione
- irritabilità
- scoppi di collera
Alcune categorie di persone sembrano aver risentito in modo significativo degli effetti della condizione pandemica e appaiono più a rischio di sviluppo di un disturbo da stress post-traumatico:
- individui già affetti da disagio psichico: come chiunque nella comunità queste persone hanno dovuto confrontarsi con l’isolamento e la paura del contagio. In questi casi la vulnerabilità legata alla malattia ha contribuito a incrementare con l’andare del tempo i sentimenti di solitudine e lo stress
- personale sanitario: in prima linea nell’affrontare l’emergenza pandemica ha sperimentato più di chiunque altro il timore del contagio e di contagiare, con ritmi di lavoro serrati, isolamento e alterazioni del ritmo sonno-veglia
- soggetti che hanno subìto la perdita di una persona cara: la fisiologica elaborazione del lutto è stata osteggiata dalla difficoltà di poter assistere i propri familiari ricoverati, dalla scarsa comunicazione con il personale sanitario a causa delle restrizioni imposte e nella prima fase della pandemia dall’ impossibilità di dare l’ultimo saluto ai cari defunti;
- persone contagiate, costrette a confrontarsi in prima persona con la paura della morte
- bambini e adolescenti: hanno risentito notevolmente del cambiamento delle proprie abitudini e routines, privati dei propri spazi educativi, scolastici, ricreativi, sportivi. Le regole sociali che è stato chiesto loro di seguire appaiono del tutto in contrasto con le spinte naturali di questa fase del ciclo di vita, in cui il giovane individuo appare fortemente coinvolto in condotte esplorative ed autonomizzanti
Fattori di resilienza e strategie di intervento
Fattori personali, quali capacità e strategie di adattamento agli eventi, e sociali, come l’aumento della coesione sociale, sembrano essere fattori favorenti la capacità di elaborazione e passaggio dalla fase di paura a quella di apprendimento e crescita nel qui e ora dell’esperienza pandemica.
Quando però l’impatto dell’evento traumatico appare essere fortemente destabilizzante, come nel caso della pandemia da Covid-19, appare importante intervenire attraverso strategie di informazione, screening ed intervento, funzionali a riappropriarsi di modalità individuali di adattamento agli eventi.
Tra questi la psicoterapia appare uno strumento efficace.
Per l’inquadramento diagnostico e lo screening nella popolazione più giovane appare dimostrata la valenza del Q-Pad, uno strumento ad ampio spettro con caratteristiche diagnostiche rigorose, funzionale a valutare la psicopatologia nell’adolescente.
Tra le tecniche d’intervento funzionali a favorire la rielaborazione si segnala, infine, l’EMDR (Eye movement desensitization and reprocessing), basata sul modello dell’elaborazione adattiva dell’informazione attraverso i movimenti oculari.
Dott.ssa Paola Abbondanza
Psicologa, Psicoterapeuta
CTA
EMDR Praticioner
U.S.I. Policlinico -V.le Regina Margherita, 279