08-01-2024

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Prevenzione

Screening per l’osteoporosi: quando è il momento?

Dott.ssa Lavinia Monte


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L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da una ridotta massa ossea e da alterazioni qualitative (macro e microarchitettura) che si accompagnano ad aumento del rischio di frattura. Vengono definite primitive le forme di osteoporosi che compaiono dopo la menopausa (postmenopausale) o comunque con l’avanzare dell’età (senile). Le osteoporosi secondarie sono, invece, quelle determinate da un ampio numero di patologie e di farmaci.

L’osteoporosi rappresenta a tutti gli effetti una malattia di rilevanza sociale. La sua incidenza aumenta con l’età sino ad interessare la maggior parte della popolazione oltre l’ottava decade di vita e, poiché nei prossimi 20 anni la percentuale della popolazione italiana al di sopra dei 65 anni d’età aumenterà del 25%, ci dovremo attendere un proporzionale incremento dell’incidenza dell’osteoporosi.
Per l’OMS la diagnosi densitometrica di osteoporosi si basa sulla valutazione con tecnica dual-energy x-ray absorptiomety (DXA) della densità minerale, raffrontata a quella media di soggetti adulti sani. L’unità di misura è rappresentata dalla deviazione standard dal picco medio di massa ossea (T-score), ovvero rispetto a quella di un adulto di 30 anni, definendo 3 diverse categorie:
  • NORMALE: T-score > -1
  • OSTEOPENIA: -1> T-score >-2.5
  • OSTEOPOROSI: T-score <-2.5
  • OSTEOPOROSI CONCLAMATA: T-score
Per quanto riguarda la valutazione nei bambini, adolescenti, donne in età fertile e uomini prima dei 50 anni, i punteggi vengono corretti per sesso ed età, con la trasformazione del dato nel cosiddetto Z-score.

La DEXA nell’ambito dell’osteoporosi viene utilizzata per la diagnosi insieme ad altri esami strumentali, come la morfometria vertebrale (RX colonna dorso-lombare), nell’ambito dell’algoritmo per la valutazione del rischio fratturativo e per monitorare i pazienti in terapia.  
 

Indicazioni all'esecuzione di densimetria ossea

Secondo l’International Society of Clinical Densitometry devono essere sottoposte a densitometria ossea:
  • tutte le donne di età superiore ai 65 anni
  • tutte le donne in menopausa di età inferiore ai 65 con fattori di rischio per osteoporosi
  • tutte le donne in periodo peri-menopausale con fattori di rischio clinici quali basso peso corporeo, precedente frattura o utilizzatrici di farmaci ad alto rischio per osteoporosi
  • maschi di età superiore ai 70 anni
  • maschi di età inferiore ai 70 anni con fattori di rischio per osteoporosi
  • tutti gli adulti con precedente frattura da fragilità.
A prescindere dal sesso e dall’età il medico può raccomandare un test di densitometria ossea quando sussistano uno o più dei seguenti fattori di rischio:
  • età: la probabilità di andare incontro a frattura aumenta esponenzialmente con l’età, anche se subentrano altre cause oltre alla diminuzione di densità ossea;
  • pregresse fratture: studi recenti dimostrano che pregresse fratture, indipendentemente dalla sede, aumentano il rischio di nuove fratture (in particolare quando vengono colpite vertebre, polso, femore e omero);
  • riduzione dell’altezza: soggetti la cui altezza si sia ridotta di almeno 4 centimetri potrebbero avere fratture da compressione della colonna vertebrale, di cui l’osteoporosi è una delle cause principali;
  • familiarità: un genitore con pregressa frattura al femore, o comunque con storia di osteoporosi, aumenta il rischio di sviluppare lo stesso problema;
  • trapianto: soggetti sottoposti a trapianto d’organo o midollo osseo hanno un maggior rischio di osteoporosi, in parte perché i farmaci anti-rigetto interferiscono con il processo di ricostruzione ossea;
  • ridotto introito di calcio e/o carenza di vitamina D: l’introito giornaliero di calcio dovrebbe essere almeno pari a 1000-1200 nei soggetti con età maggiore di 65 anni mentre l'apporto di vitamina D dovrebbe essere pari ad almeno 400-600 UI/die, che è facilmente ottenibile con una corretta esposizione alla luce solare (sono sufficienti 10-20'/die). In caso di impossibilità a ciò la stessa dovrà essere assunta dall'esterno come supplemento;
  • fumo di sigaretta;
  • menopausa prima dei 45 anni;
  • basso indice di massa corporea;
  • patologie: molte malattie aumentano il rischio di osteoporosi, tra cui artrite reumatoide, diabete,  ipogonadismo, BPCO, celiachia, malattie infiammatorie intestinali, AIDS, Parkinson;
  • farmaci:
  1. nelle donne, oltre al naturale abbassamento degli ormoni che si verifica dopo la menopausa, gli estrogeni possono ridursi anche durante alcuni trattamenti per il cancro della mammella come la terapia ormonale adiuvante (come gli inibitori dell’aromatasi e/o analoghi del LHRH);
  2. alcuni trattamenti per il cancro della prostata riducono i livelli di testosterone negli uomini (deprivazione androgenica indotta da agonisti del GnRH e/o antiandrogeni);
  3. lunghe cure di cortisone (≥ 3 mesi) possono aumentare il rischio di osteoporosi.
 
Nel paziente con diagnosi densitometrica di osteoporosi vanno sempre eseguiti i seguenti esami che rappresentano lo step di I° livello per la prima valutazione osteometabolica con l’endocrinologo:
  • VES
  • emocromo completo
  • protidemia frazionata
  • creatininemia
  • calcemia
  • fosforemia
  • fosfatasi alcalina
  • calciuria su urine delle 24 ore

Sarà successivamente l’endocrinologo, sulla base dei fattori di rischio e della storia clinica individuale, ad indirizzare il paziente verso le analisi di II° livello che potranno essere accompagnate anche dalla richiesta di effettuare una morfometria vertebrale.


Dott.ssa Lavinia Monte
Specialista in Endocrinologia e Malattie del metabolismo
U.S.I. Eur-Serafico - Via P. di Dono, 9